“Un’estate da sola”

Ieri mattina mi sono alzata alle tre e furtiva ho attraversato corridoi echeggianti e stanze oscure, fino alla porta sulla veranda, ne ho aperto con mani tremanti le serrature e sono uscita in un mondo meraviglioso, sconosciuto. Sono rimasta per qualche minuto immobile sui giardini, quasi spaventata dalla impressionante purezza della natura quando tutti i peccati e le brutture dormono rinchiuse altrove, e lì fuori non rimane altro che bellezza. Era piuttosto chiaro, una luna luminosa era sospesa nel grigio azzurro di un cielo senza nuvole; i fiori, tutti desti, saturavano l’aria di profumi, e un usignolo appollaiato su un carpino lì vicino, cinguettava rapito al giungere del sole.

Elizabeth von Arnim, Un’estate da sola

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