da “Una parentesi luminosa”

Vittoria Colonna si era dedicata a trasformare la piccola isola in un tempio consacrato alla bellezza, alla cura del paesaggio e ai piccoli piaceri della vita: fiori, letture passeggiate e brevi nuotate nel lago. Ore intere dedicate al ricamo (una passione che la principessa coltiverà per tutta la vita). E poi ancora: l’orto e le buone conversazioni. Piaceri che, mai come in quegli anni di guerra, emanavano il dolce profumo dell’impermanenza. L’isolino, con quella casa verniciata di fresco, i comodi divani di midollino sistemati qua e là sotto l’ombra delle pergole, e le fitte nuvole di minuscole rose rosa (in quei primi di giugno le meravigliose Dorothy Perkins, piantate da Vittoria, erano in piena fioritura), era di un’eleganza assoluta. “Cerco di unire il confort che ci ha insegnato l’Inghilterra” aveva scritto lei l’anno prima al marito a proposito dei lavori dell’isolino “col carattere pittoresco italiano”.

Marella Caracciolo Chia, Una parentesi luminosa: l’amore segreto fra Umberto Boccioni e Vittoria Colonna

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